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Meglio il testamento o la donazione? Cosa fare per l’eredità

In Italia, la tipologia preferita di successione è mediante il testamento olografo redatto direttamente dall’interessato. Questo permette una prima gestione di una futura eredità.
 
Dall’8 febbraio 2020 è in vigore il Regolamento relativo alle modalità di iscrizione in via telematica degli atti di ultima volontà nel Registro generale dei Testamenti su richiesta del notaio o del capo dell’archivio notarile. Pur segnando un trend di crescita positivo, con un numero di iscrizioni al Registro del ministero della Giustizia che passa da 115.887 del 2017 a 120.524 del 2018, i testamenti restano quasi un argomento tabù in Italia, con gravi conseguenze sul piano legale visto il numero di liti che intasano i tribunali italiani.

Le scelte per l’eredità:

L’ordinamento italiano prevede tre diverse tipologie di testamento
ordinario: pubblico (per atto di notaio), olografo (redatto dallo stesso
testatore), segreto (in parte un atto del testatore e in parte del notaio).
A queste vanno poi ad aggiungersi i testamenti speciali e quello
internazionale.
Quando ci si appresta a dividere i propri beni tra i cari, la legge prevede
la “legittima” o quota di riserva. Alcuni soggetti hanno diritto a una quota
di eredità, della quale non possono essere privati. Non si tratta di una
percentuale fissa, ma destinata a variare a seconda della composizione
familiare: un esempio su tutti, la presenza o meno di figli. In caso di
successione, gli eredi sono chiamati al pagamento della relativa imposta,
che si applica solo al valore della quota o dei beni eccedente la franchigia
spettante in base al rapporto di parentela che intercorre tra beneficiario
e defunto.

A differenza della procedura testamentaria, con la donazione è possibile
trasferire il proprio patrimonio al soggetto beneficiario in vita.
È un contratto con il quale il donante trasferisce in modo del tutto libero
da interessi beni o diritti al donatario. Oggetto della donazione possono
essere: beni immobili, crediti, aziende, denaro, veicoli, opere d’arte,
azioni e quote di società o titoli del debito pubblico, quote di fondi di
investimento e di gestioni patrimoniali.
La donazione deve essere fatta per atto pubblico, ricevuto dal notaio alla
presenza di due testimoni. In caso contrario è da considerarsi nulla.
Come per la successione testamentaria, anche in questo caso spetta al
beneficiario il pagamento dell’imposta di donazione per i beni e i diritti
ricevuti. Si tratta di un tributo che si applica solo al valore della base
imponibile eccedente la franchigia che spetta in base al rapporto di
parentela intercorrente tra donante e beneficiario. Aliquote e franchigie
seguono fedelmente quelle previste in caso di imposta di successione.

E per le imprese? L’ordinamento italiano considera nulli gli accordi con
cui si dispone della propria successione. Non è, quindi, possibile in vita
definire con i propri eredi i termini della successione. Fa eccezione solo il
patto di famiglia, nato per consentire agli imprenditori di trasferire in
tutto o in parte l’azienda o le quote societarie agli eredi.
Si tratta di uno strumento nato con l’obiettivo di favorire il passaggio
generazionale e assicurare continuità gestionale, produttiva,
occupazionale alle aziende. Per i trasferimenti di aziende familiari,
effettuati anche tramite i patti di famiglia, è previsto un regime fiscale
agevolato a favore dei discendenti, che si impegnino a continuare
l’attività nei successivi cinque anni.

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